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aglio

allium sativum

Molti sono gli usi medicinali attribuiti all’aglio, è stato affermato che può prevenire raffreddori, influenza, tubercolosi, bronchite, foruncoli, tumori e malattie cutanee. Sembra riduca il rischio di malattie cardiache e tumori. All’aglio è attribuita anche la proprietà di rafforzare in modo naturale il sistema immunitario. Sebbene alcune di queste storie sull’aglio si siano rivelate solo delle leggende, i ricercatori stanno scoprendo che la reputazione medicamentosa dell’aglio è maggiore di quanto possa sembrare.
Fin dall'antichità l'aglio è stato apprezzato sia come alimento, per il sapore caratteristico che dà ai cibi, che come pianta medicinale. In tal senso, il riferimento più antico lo troviamo in alcuni documenti in sanscrito anche se, la prima citazione certa, si trova nel Codex Ebers (1550 a.C.) un papiro egiziano lungo venti metri che contiene, oltre a varie diagnosi alcune centinaia di formule terapeutiche. L'aglio viene proposto in una ventina di queste formule come rimedio efficace contro il mal di testa, le punture degli insetti e per lenire i dolori.
I risultati raggiunti dalla medicina egiziana, depurati da formule e riti magici furono ampiamente utilizzati in Grecia. Ippocrate di Cos (460-377 a.C.), il più grande medico dell'antichità che basò le sue teorie sulla osservazione dei fatti raccomanda in più occasioni di usare l'aglio per le sue qualità medicinali.
Un altro riferimento importante lo troviamo nell'Erbario di Urbino, un manoscritto del XVI secolo che è una preziosa raccolta di ricette che mescolano medicina popolare e conoscenze empiriche sulle virtù terapeutiche delle piante.
Tuttavia, per avere un riscontro con una base scientifica più certa, bisogna risalire al secolo scorso. Nel 1858, Pasteur individua e definisce con certezza le qualità antibiotiche dell'aglio. Agli inizi del nostro secolo, poi Albert Schweitzer lo usa in Africa come solo rimedio contro la dissenteria. Successivamente l'impiego viene esteso anche per combattere epidemie di tifo, difterite, tubercolosi e perfino colera.
Studi epidemiologici condotti recentemente in Cina (dove l'uso dell'aglio risale almeno a 3000 anni fa) indicano una significativa diminuzione del rischio del cancro allo stomaco negli abitanti della provincia di Shandong, abituali consumatori di aglio e di altre lilacee.

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